Suggerimenti: visitare il Delta del Po!

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Un sentiero lungo il Giardino botanico litoraneo di Porto Caleri

C’è una ricchezza ancora tutta da scoprire nel Delta del Po: il turismo. In queste terre, note fuori dalla loro regione – il Veneto – soprattutto per la centrale termoelettrica di Porto Tolle, per la tragica alluvione del 1951 e per il fenomeno della subsidenza, ci sono numerosissimi motivi che giustificano una visita, e forse più d’una. La prima può essere il paesaggio: piatte distese di campi strappati al mare e alle paludi da un sapientissimo sistema di canali e ben 38 idrovore compongono orizzonti che non annoiano, cambiano aspetto a ogni ora del giorno e propongono inaspettati incontri con uccelli selvatici e marini, tra argini e golene, campi coltivati, canali e valli da pesca.

Certo, non tutto è oro e non tutto, come spesso accade in Italia, è valorizzato come si dovrebbe. Il Parco del Delta del Po Veneto (un’altra fetta è in Emilia Romagna) è un puzzle non ricomposto, zone protette si alternano ad altre con vincoli limitati o assenti. Ma questo non cancella la poesia di luoghi dove l’attività dell’uomo non solo si integra con l’ambiente, ma è anche all’origine dell’ambiente stesso: un paio di secoli fa il delta non esisteva ed dovuta ai veneziani l’esistenza di queste terre. Nel 1604, infatti, per scongiurare l’interramento della laguna la Serenissima praticò il Taglio di Porto Viro (1600-1604) deviando il corso del Po verso sud. I sedimenti causarono il progressivo avanzamento della linea di costa in quello che ancora oggi è il «delta attivo».

Oggi il Delta del Po è una delle maggiori zone umide del Mediterraneo e d’Europa, compresa tra l’Adige a nord e il Po di Goro a sud per 786 chilometri quadrati, di cui oltre 160 occupati da valli e lagune, gli ambienti in cui l’acqua dolce di fiume si mischia a quella salata del mare. 120 chilometri quadrati di zone umide sono sottoposti a tutela: non è difficile capire perché gli abitanti siano stanchi di sentirsi definire «la Camargue italiana» e vorrebbero che si parlasse, piuttosto, di quest’ultima come del «Polesine francese»!

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Acque e canneti nel delta del Po

Dal paesaggio alla cucina: il delta è ricco di proposte culinarie che traggono gli ingredienti nella terra e nell’acqua. Le zone strappate al mare dai sedimenti del grande fiume offrono terreno fertile per numerose tipologie di ortaggi, alcuni riconosciuti Igt come il Radicchio di Chioggia, l’Insalata di Lusia e l’Aglio bianco, ma il principe dei piatti è forse un cereale, il Riso del Delta Dop. Come non associare, in cucina, questi frutti prelibati della terra con quelli del mare, soprattutto Cozze del Delta Dop (uniche in Italia a vantare la denominazione protetta) e vongole dalle carni particolari perché allevate in acque salmastre – ne dolci ne troppo salate, come nella sacca di Scardovari – oppure anguille, seppie, cefali e pesce azzurro? Il mix è unico e da assaporare sul posto.

Nella terra più giovane d’Italia si può pensare che la storia con la «S» grande non sia di casa: eppure a pochi passi da qui, ad Adria, si trova uno dei più importanti musei archeologici nazionali, con testimonianze degli antichi abitanti dell’epoca in cui il litorale marino era arretrato di 30 o 40 chilometri. Vi passava la via romana «Popilia», collegamento tra Rimini e la via Annia, ad Adria. Numerosi sono i luoghi di scavo, sede di attività didattiche durante tutto l’anno, mentre le dune fossili raccontano le tappe dell’avanzamento delle terre, dapprima lento e poi fattosi rapido dal secolo XVII.

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Ancora un’immagine del Giardino botanico litoraneo di Porto Caleri

Prima di addentrarsi nelle terre d’acqua e canneti potrebbe valere la pena una visita guidata al Giardino botanico litoraneo di Porto Caleri  [1], non lontano dalla località balneare di Rosolina, confine settentrionale del Parco del Delta, creato nel 1991. Qui, nei circa quattro chilometri di sentieri attrezzati (in parte anche per i disabili) con spettacolari ponticelli di legno, si può riscoprire una grande varietà di habitat che vanno dalla pineta alle dune consolidate, dalle zone umide alla macchia fino alla spiaggia. Un viaggio tra maestosi pini marittimi, altro inserimento fuori contesto dovuto all’uomo e che nel tempo qui verranno lasciati scomparire, o i più consoni lecci e caprifogli, fino ad arrivare alle sabbie ricoperte di licheni e finocchi selvatici, e alle pozze d’acque dove imperano tartarughe e specie anfibie come il rarissimo «pelobate fosco», scoperto di recente e tra le specie a rischio estinzione in Italia.

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La sala delle idrovore del Museo della Bonifica di Ca’ Vendramin

Altra tappa per capire meglio il Delta è la straordinaria idrovora di Ca’ Vendramin dove ha sede il Museo regionale della Bonifica  [2]: una struttura inaugurata nel 1905 che da sola garantiva il sollevamento di 11mila litri d’acqua al secondo, con motrici a vapore e ambienti in stile liberty! Obsoleta e abbandonata negli anni Sessanta, è uno splendido esempio di archeologia industriale.

Il Parco Regionale Veneto del Delta del Po si può visitare con ogni mezzo, dall’auto alla moto, dalla bicicletta al cavallo alla barca. Numerosi sono gli itinerari naturalistici, fluviali e terrestri, nonché i percorsi culturali che il Parco propone ai visitatori. Vi consigliamo un giro sui siti www.parcodeltapo.org , portale del Parco, oppure www.venetodeltapo.it curato da un consorzio di cooperative che promuovono il turismo nel delta. Materiale informativo utile si trova al Centro Visitatori del Parco di Porto Viro, ubicato all’uscita di Porto Viro lungo la Statale Romea. Per conoscere il delta vi possiamo suggerire anche la cooperativa Co.Se.Del.Po. (Cooperativa di Servizi del Delta) di Ariano Polesine, che propone visite guidate e didattiche, e la Cooperativa Pescatori Ariano (www.pescatori-ariano.it), i cui soci affiancano alla pesca l’offerta di pescaturismo.

Vedi anche l’articolo del blog del Quadrifoglio Invito al Delta.

[1] Per chi desidera visitare il Giardino, il sito è aperto da aprile a ottobre, mar-giov-sab-dom e festivi dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, ingresso euro 2,50, possibilità di visite guidate alle ore 10.30 e alle 16.30.

[2] Il Museo regionale della Bonifica di Ca’ Vendramin è aperto da marzo a ottobre, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00 chiuso il lunedì (ingresso 2 euro, ridotto 1 euro, gratuito per bambini con età inferiore ai 12 anni).

2 thoughts on “Suggerimenti: visitare il Delta del Po!”

  1. Il Po offre paesaggi splendidi, grazie ai suoi rami che si addentrano nella pianura fino a raggiungere il mare. Anche la parte emiliana offre scorci e attrattive storiche e naturalistiche fantastiche! L’ Abbazia di Pomposa e la pianura circostante sono ricche di storia e tradizioni da scoprire e assaporare

    1. Grazie delle informazioni. Cercheremo di fare presto una integrazione con la parte emiliana del delta del Po!

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